“In Ricordo di Pamela. Cresce Il Corso di Autodifesa di Alessandra Verna. La Speranza di una Risposta da Papa Francesco”
Di Antonello Cavallotto
Nel 2018, Alessandra Verna ha vissuto una tragedia che nessun genitore dovrebbe mai affrontare: la perdita della figlia in circostanze drammatiche. Un dolore che non può e non deve essere dimenticato. La revisione della condanna all'ergastolo per l’assassino di sua figlia è un fatto senza precedenti: la terza revisione in Cassazione, riapre un trauma e un dolore mai del tutto risolti. Alessandra ha spesso espresso il suo disappunto verso le indagini, ritenendo che non siano stati fatti abbastanza sforzi per individuare tutti i colpevoli. Un pensiero che ancora le brucia, e che brucia anche a noi, che ci sentiamo chiamati in causa in questa lotta per la giustizia.
Ma in mezzo a questo dolore che irrompe, Alessandra ha trovato una forza nuova nell'iniziativa che sta prendendo piede: il corso di autodifesa o percorso, come lo chiama lei, per aiutare le persone, le giovani, le donne a prepararsi a difendersi in situazioni di pericolo. Grazie alla collaborazione con il Centro Difesa e Sport (CDS), i cui maestri Luigi Rossini e Andrea Chionchio, insieme alla preside del complesso scolastico Carlo Urbani della zona Tuscolano e al Municipio VII, hanno messo in campo otto lezioni base e totalmente gratuite di autodifesa, che stanno riscuotendo un enorme successo. La prima lezione ha visto partecipare oltre 100 iscritte. E il 22 dicembre si terrà la seconda lezione. L'iniziativa sta dunque prendendo piede tanto che anche l’ASD Karate del Pigneto ha deciso di unirsi al progetto. Il Maestro Marco Bracciante e l'istruttore Alberto Criscuolo hanno messo a disposizione la loro palestra, contribuendo così a far crescere questo percorso di consapevolezza sociale e preparazione personale.
Un’opportunità di speranza per gli altri, il corso di autodifesa e che sta facendo la differenza nella vita di molte persone. Ed io credo di tutti quelli che stanno vivendo grazie ad Alessandra questa sua idea. Anche della mia.
Tuttavia, c’è un desiderio che sta profondamente nel cuore di Alessandra: quello di essere ricevuta dal Papa. Con la sua penna e il suo cuore, ha scritto una lettera a Papa Francesco, chiedendo giustizia per sua figlia e conforto per la sua anima. Una lettera scritta con emozione, speranza e anche con determinazione. Senza nascondimenti e in molti passaggi anche con riserve e critiche alla ventata, moda dell’accoglienza e di prossimità. Finora, non ha avuto risposta. Voglia Iddio, non per le note critiche (ndr). Alessandra però non ha smesso di sperare. Per lei, la lotta per la giustizia non si è limitata solo alle aule dei tribunali, alla sete di giustizia. Ma è stata ed è un cammino spirituale, un bisogno di conforto che supera le tenebre della sua sofferenza. Una risposta dal Papa sarebbe una luce, quella luce che continua a splendere nella sua battaglia.