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“Manifesto per la Pace: Indipendenza e Sovranità Popolare contro Guerre e Divisioni Ideologiche”

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di Antonello Cavallotto

Nella sontuosa atmosfera della Sala Stampa Estera di Palazzo Grazioli a Roma, oggi è stata tracciata una pagina indelebile per la causa della pace. Un Manifesto, firmato da eminenti figure come lo stimato storico Franco Cardini, l’analista acuto Stefano Orsi, il biologo Enzo Pennetta (e mio amico) e il filosofo Andrea Zhok. Il “Manifesto per la Pace”, o più precisamente “Manifesto per la Sovranità e i Diritti dei Popoli: L’Italia e l’Europa contro la Guerra”, si erge come un grido di allarme o un risveglio per coloro che credono ancora nella possibilità di fermare la Guerra.

Dopo mesi di silenzi forzati e manipolazioni mediatiche che dipingevano i conflitti in Palestina e in Ucraina come inevitabili, finalmente il consenso costruito è crollato. Cinque relatori hanno acceso di nuovo la fiamma della ragione e del buon senso, rovesciando l’idea fatalista che la pace sia un obiettivo inarrivabile.

Ogni popolo, ogni continente ha il sacrosanto diritto di riaffermare la propria identità e di lottare per la propria emancipazione. Hanno detto. Ma per farlo, dobbiamo abbandonare gli antiquati schemi mentali dell’ottocento e adottare un nuovo linguaggio. Dobbiamo superare la drammatica contrapposizione destra/sinistra e smettere di imporre un’egemonia occidentale sui destini altrui. Fine e fulcro di questo manifesto è infatti la volontà di unire tutte le forze del dissenso che rifiutano la guerra come risposta inevitabile alle crisi nel superamento dei vecchi steccati ideologici come hanno detto con enfasi Gianni Alemanno e Marco Rizzo che con fervore e determinazione hanno ribadito la necessità di superare ogni barriera ideologica. Per perseguire insieme obiettivi più alti come la giustizia, la dignità e il rispetto delle singole storie e tradizioni dei popoli che solo attraverso la pace possono essere realizzati.