Beato Carlo d’Asburgo. Il Memoriale nell’Ultimo Lembo del Sacro Romano Impero
di Antonello Cavallotto
Roma, presso la splendida Chiesa di Santa Maria dell'Anima, è stata celebrata la figura straordinaria di Carlo d'Asburgo, l'ultimo Imperatore d'Austria, beatificato 20 anni fa da San Giovanni Paolo II. L'evento ha visto la partecipazione degli illustri Cardinali Dominique Mamberti e José Tolentino Mendonça, insieme a rinomati storici e all’Arciduca Edoardo d'Asburgo Lorena, Ambasciatore di Ungheria presso la Santa Sede, i quali hanno ripercorso le tappe della beatificazione e la vicenda umana di questo sovrano “sfortunato” ma coraggioso.
Carlo, ultimo re apostolico d’Ungheria secondo il rituale magiaro — ma non per quello austriaco — affrontò con eroismo il tragico crollo dell’Austria-Ungheria, facendo delle virtù il suo habitus nel percorso di imitazione al Cristo, come ha sottolineato il Cardinale Mamberti. Fu l'unico sovrano a cercare la possibilità di una pace giusta, in questo raccogliendo l'appello di Benedetto XV contro l'”inutile strage”. I racconti della sua vita familiare e dei drammi umani che lo segnarono hanno colpito profondamente i numerosi presenti riuniti nella sala della Biblioteca, tra i presenti anche i membri del Baliato ad Tiberim dell'Ordine Teutonico. Gli apporti dei relatori sulla vita ed inediti sulla sua azione diplomatica per addivenire ad un piano di Pace condiviso sono stati magistralmente introdotti e coordinati dal moderatore, il giornalista Fabio Bolzetta.
Il Beato Carlo morì esule, povero e umiliato, a Madera a soli trentaquattro anni. Il Cardinale Mendonça, nell'omelia, lo ha chiamato con affetto “Santo Imperatore”, un titolo affettuoso degli abitanti della sua isola. È stata una curiosa coincidenza che a rievocarlo sia stato, curiosità dei disegni più alti, proprio un cardinale portoghese e devoto al Beato Carlo
A conclusione della serata, il Dott. Eugenio Cecchini, balivo dell'Ordine e organizzatore di questo splendido e commovente ricordo, ha voluto donare agli ospiti il libro “Carlo d'Asburgo e il coraggio della pace nella Grande Guerra” del professor Roberto Coaloa e don Marco Eugenio Brusutti. “Carlo, ha dichiarato il neo balivo dell'Ordine, non era solo un leader illuminato, ma anche un cristiano fervente. La pace cui aspirava non era quella del mondo, ma la Pax Christiana”. E forse proprio per questo è stata volutamente osteggiata da quelle potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, laiciste e massone. Il cui obiettivo non era solo umiliare Carlo con l'esilio, ma distruggere l'ultima manifestazione visibile del Sacro Romano Impero.