Il dramma della casa a Roma: affitti alle stelle e alloggi insufficienti. Parla Alessandro Alongi (XII Mun.)
Di Alessandro Alongi, Consigliere e Presidente della Commissione politiche sociali del XII Municipio di Roma Capitale
A Roma, il tema dell’emergenza abitativa è una delle questioni sociali più critiche e complesse. Attualmente, sono circa 18.500 le famiglie in attesa di un alloggio popolare, un numero in crescita costante, con un incremento di oltre 2.000 unità negli ultimi due anni. Nonostante questa domanda crescente, il numero di nuovi ingressi negli appartamenti del Comune e di Ater non supera le 400 assegnazioni all’anno: tra il 2020 e il 2024 sono stati complessivamente circa 1.200. Questo divario tra necessità e disponibilità alimenta una pressione sociale sempre più difficile da gestire.
Tra le famiglie in attesa, circa 4.500 rappresentano i casi più critici: si tratta di persone disabili, anziani, nuclei familiari numerosi o monogenitoriali, che vivono situazioni di fragilità estrema. Tuttavia, questa specifica emergenza non riduce l’urgenza di affrontare la problematica abitativa nel suo complesso. A questi numeri si aggiungono almeno 10.000 persone che vivono in condizioni di irregolarità all’interno delle grandi occupazioni abusive e altre 5.000 che, negli ultimi due anni, sono state sfrattate per morosità.
La situazione è aggravata dalla cessazione, a partire dal 2022, dei fondi governativi destinati al bonus affitto. Questo contributo, pari a 15 milioni di euro annui, aveva rappresentato un aiuto fondamentale per le famiglie economicamente più fragili. La mancanza di questo sostegno ha reso ancora più difficoltoso il pagamento dei canoni di locazione, costringendo molte persone a cercare soluzioni precarie o addirittura a finire senza una casa.
Il mercato immobiliare romano è diventato sempre meno accessibile. Secondo uno studio di Tecnocasa, per acquistare un immobile nella capitale, una famiglia con reddito medio dovrebbe destinare l’intero guadagno di nove anni e mezzo di lavoro, senza considerare alcuna altra spesa. Anche gli affitti hanno subito una crescita vertiginosa: per un appartamento di 40 metri quadrati la media è di 610 euro al mese, che sale a quasi 1.000 euro per 60 metri quadrati. Questo aumento è parzialmente attribuibile alla riduzione dell’offerta di immobili disponibili per affitti a lungo termine. Negli ultimi quindici anni, il numero di appartamenti destinati alla locazione si è quasi dimezzato, passando da 300.000 a circa 180.000. Il proliferare di case vacanze e bed & breakfast ha ulteriormente ridotto le opzioni per chi cerca un affitto stabile.
Anche gli studenti universitari soffrono di questa crisi abitativa. A fronte di una domanda di circa 40.000 alloggi a canone calmierato, la città ne offre solamente 3.000, lasciando la maggior parte degli studenti a fronteggiare affitti proibitivi o situazioni di condivisione spesso inadeguate. Questo fenomeno limita non solo la loro capacità di sostenere il costo della vita a Roma, ma rischia anche di compromettere il loro percorso formativo.
Di fronte a questa complessità, le richieste dei cittadini sono chiare. Si chiede un intervento strutturale che preveda l’incremento delle risorse destinate all’edilizia popolare, con un piano di investimenti mirati alla ristrutturazione e alla costruzione di nuovi alloggi. È necessario, inoltre, incentivare politiche che regolamentino il mercato degli affitti brevi, riducendo l’impatto negativo sul mercato abitativo a lungo termine. Occorre rilanciare il bonus affitto o introdurre misure simili che possano supportare le famiglie in difficoltà economica. Infine, è fondamentale sviluppare una strategia per aumentare il numero di alloggi destinati agli studenti, attraverso collaborazioni con università e soggetti privati. Tra gli incentivi per convincere i proprietari a fidarsi degli inquilini e mettere a disposizione le abitazioni, si potrebbe valutare la possibilità di collaborazione con società mutualistiche che offrono polizze “salva affitti”. Questi strumenti assicurativi garantirebbero ai proprietari una maggiore sicurezza nel caso di morosità o danni, facilitando così un incremento degli immobili disponibili per la locazione.
La crisi abitativa non è solo una questione economica, ma anche un problema sociale e di equità. Affrontarla significa garantire il diritto alla casa, un elemento essenziale per la dignità delle persone e per la coesione della comunità.
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